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Data Pubblicazione: lunedì 09 maggio 2016
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Segnali di ripresa sulla disoccupazione di marzo

Segnali positivi arrivano dai dati ISTAT e la disoccupazione continua a diminuire. Nel mese di marzo ha sfiorato i livelli minimi nei confronti degli ultimi quattro anni e del 2012. Sembra che l’Italia, in maniera lenta ma costante, si stia dirigendo verso la ripresa economica, a dimostrazione che il Jobs Act funziona, come ha anche twittato orgoglioso il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Il tasso di disoccupazione di marzo equivale all’11,4%, registrando tre punti percentuali in meno rispetto al mese precedente. Si parla, quindi, di 63mila disoccupati in meno, dove le cifre riguardano sia gli uomini che le donne, con, rispettivamente, il -2,1% e il -2,2%.

Diminuiscono anche i giovani disoccupati sulla soglia dei 15-24 anni dell’1,5% rispetto a febbraio, raggiungendo il totale di 36,7% per quanto riguarda gli attivi. Ma anche gli inattivi stanno diminuendo e, in un’età compresa tra 15 e i 64 anni, è stata registrata una discesa dello 0,3%, che, anche se sembra poco, si tratta, in realtà, di ben 36mila unità che hanno deciso di attivarsi nuovamente per cercare un lavoro.

I primi due mesi dell’anno 2016 sono stati un po’ complicati sotto il livello occupazionale e a febbraio si era vista una riduzione degli occupati del -0,4%. Questa percentuale è stata, per fortuna, recuperata in questo mese, tornando ai livelli di gennaio. Allora, il Primo Ministro ne approfitta per esaltare l’efficacia del Jobs Act su Twitter, affiancato dall’approvazione del responsabile dell’Economia del PD, Filippo Taddei, il quale ha evidenziato di come gli occupati stiano realmente aumentando, contribuendo a un miglioramento del mercato del lavoro.

Certo è che siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi e per poterci dichiarare definitivamente fuori servirà ancora molto tempo. C’è da dire che una delle “piaghe” più importanti da dover combattere è quello della disoccupazione giovanile, senza però dimenticare coloro che perdono il lavoro a 50 anni, che potrebbero trovare ancora più difficile riuscire ad avere un nuovo impiego.

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