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Data Pubblicazione: lunedì 29 febbraio 2016
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Come risollevare l'economia dell'Europa secondo il Governo

Il Governo, in concomitanza con il secondo anniversario dall’ascesa di Renzi, ha stilato una serie di proposte inviate a Bruxelles. L’obiettivo è ottenere un miglioramento generale sull’economia dell’Europa, sotto richiesta di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan. Le richieste sono state documentate in nove pagine e, alcune di queste, vedono incentivi sulle riforme e metodi per ridurre la disoccupazione e i problemi legati all’immigrazione.

Il Governo chiede di incentivare un miglioramento dell’economia, con una valida ripresa, chiedendo di dare più importanza alle riforme e trovare dei punti d’incontro per la creazione di accordi che vadano a sopperire problemi riguardanti l’UE. Il governo suggerisce, inoltre, di identificare i bilanci europei in un ministro delle Finanze, che si occupi delle questioni correlate al Parlamento di Strasburgo.

Inoltre, è stato proposto di individuare un fondo monetario europeo nel Meccanismo Europeo di Stabilità (MES o ESM in inglese) o, comunque, di attribuire all’ESM un fondo che faccia da punto di riferimento per le banche. Non poteva mancare il tema del lavoro, protagonista soprattutto in Italia, dove i due politici hanno chiesto nel documento di stabilire un fondo come rimedio alla disoccupazione, che possa portare a una migliore stabilità nel settore.

Anche il tema dell’immigrazione è stato ampiamente discusso nel documento, dove è stato richiesto un maggiore contributo, sia economico che non, per stabilire un reale rimedio a questo problema che accomuna l’intero continente. Molte le proposte del primo ministro e di Padoan, che puntano sempre a una ripresa economica da parte del nostro Paese, appoggiandosi al contributo di tutta l’UE.

L’Italia ha sempre giocato un ruolo importante in UE per quanto riguarda la sua economia, d’altronde siamo, non a caso, la terza economia del vecchio continente dopo quelle di Germania e Francia, e appena prima della Spagna. Per una ripresa europea, anche l’Italia deve dire la sua, potendolo fare e crescendo come ai tempi del “boom economico” degli anni ’60.

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