prestitimigliori.it - Cerca i Migliori Prestiti e Finanziamenti

Data Pubblicazione: martedì 24 maggio 2016
in News
1/1
Aumenta PIL annuale del primo trimestre, ma deflazione in ribasso

Sono stati registrati nuovi dati dall’Istat relativi ai risultati di questo primo trimestre 2016 e confrontati con lo stesso periodo del 2015.

Il PIL è risultato essere in aumento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Miglioramento dell’1% anche dal punto di vista dello stesso periodo dell’anno precedente. L’ultimo trimestre 2015 si era, invece, chiuso con lo 0,2%, dimostrando, quindi, un miglioramento, anche se di lieve portata. Ad essere peggiorata è la deflazione, stimata a 0,4%, ma risultando, invece, superiore di un punto percentuale, con lo 0,5%.

Mentre la stima del PIL è risultata perfettamente in linea con il risultato effettivo, dove gli esperti avevano calcolato proprio uno 0,3%, quello sulla deflazione risulta ancora più pesante rispetto a quanto previsto. Infatti, mentre la stima preliminare era dello 0,4%, i dati Istat segnano uno 0,5%, nonché un importante aumento rispetto a quelli del mese di marzo, fissati a 0,2%.

Era dallo scorso inizio anno che non veniva rilevata una così consistente diminuzione dei prezzi, con il gennaio 2015 che segnava una diminuzione dello 0,6%. Il NIC è diminuito dello 0,1% su base mensile, mentre a influire fino allo 0,4% sono soprattutto i costi energetici.

Sembra che, per quanto riguarda il PIL, a incidere sul suo aumento sia stato prettamente il settore secondario, mentre quello primario, ovvero incentrato sull’industria, sta subendo un calo. E a incidere su questo componente in modo positivo ci sono, soprattutto, domande interne, mentre contributi negativi arrivano dall’estero. Anche se è stato registrato un miglioramento, rimane comunque inferiore a quello di Paesi come la Germania e la Francia, con, rispettivamente, il +0,7 e 0,5 per cento.

Se facciamo un confronto internazionale, nello stesso periodo abbiamo visto un aumento del PIL tedesco dello 0,5%, francese dello 0,5%, britannico dello 0,4% e americano dello 0,1%. E’ un’Italia che continua a fare fatica.

back to top